martedì 12 febbraio 2008
IMPORTANTISSIMO !!!! Da oggi riapre il BLOG.
CARI AMICI.
Con la presente voglio scusarmi con tutti voi per la sì lunga assenza ma, la causa primaria che mi ha impedito di continuare la mia attività sul blog è stata la salute, mi auguro comprendiate.
Da questo momento credo, perlomeno mi auguro, sebbene a sbalzi, di essere più presente con la possibilità di condividere reciprocamente passioni ed interressi che ci acomunano.
Con la presente annuncio, felicemenete, la mia prima edizione libraria che sarà presente in tutte le librerie d'Italia, già dal prossimo Giugno. Sono giunto quindi, in diritura d'arrivo, pertanto credo importante e doveroso annunciarne sommariamente il contenuto nella convinzione di suscittarVi un certo interesse, e mantenere viva la curiosità di andarlo a scoprire personalmente.
Intanto vi lasci alla premessa del testo.
Mi auguro, possa suscitare in tutti voi un vivo interesse.
SARDEGNA
LA NUOVA ATLANTIDE
Dopo la catastrofe
Nuove ipotesi
di
Pier Paolo Saba
Prologo.
E' successo allora, quando l'immane catastrofe che aveva inghiottito Atlantide, che i superstiti che si trovavano disseminati per le terre da loro colonizzate non avendo più una patria, una terra verso la quale far rientro, se pur a malincuore, dovettero adattarsi alla convivenza con i popoli con i quali erano in contatto, per continuare ad imporre, con il loro fiero aspetto, la loro presenza ed egemonia.
Per loro, detentori di una civiltà millenaria che vantava una cultura talmente avanzata da che potevano vantare di aver permesso la nascita di altrettante civiltà, che ancor oggi sbalordiscono dato i reperti archeologici che si rinvengono disseminati in tutta l' Europa, in Africa, in Medio Oriente e nelle Americhe.
La scomparsa della terra natia, un dramma così inusitato tuttavia, non aveva scalfito troppo la dura scorza che ammantava queste Genti, anzi, rafforzò ed indurì il loro stato trasformandoli in invincibili guerrieri e la prova del loro valore in battaglia era decantato nel mondo di allora.
Sono trascorsi circa 12000 anni dalla catastrofe che aveva investito Atlantide, e da come illustrato nella cartina geografica, seguendo le rotte commerciali e migratorie di questo popolo, li vediamo passare attraverso lo Stretto di Gibilterra ed entrare nel Mediterraneo dove nel bel mezzo, una terra, un isola immensa completamente ricoperta di verde, che mai avrebbero creduto di doverla ribattezzare col nome della loro terra natia -ATLANTIDE - la stessa di cui parla Platone nel “Crizia e nel Timeo” dove racconta della grave sciagura che aveva investito questa terra 9500 anni prima di lui.
Questo è quanto ci ha tramandato, infatti, sommando gli anni trascorsi da quel tragico evento fino ad oggi, notiamo che, complessivamente sono trascorsi 12000 anni.
Gli Atlantidi scampati alla catastrofe, già ebbero a conoscere la Sardegna, l'immensa Isola “Verde”dove erano approdati per i loro commerci secoli addietro, ignari che un giorno l'avrebbero ribattezzata col nome della loro patria, questa grandissima Isola che secondo Platone si trovava al di là delle Colonne d'Ercole, non era altro che la Sardegna; infatti i Greci, che muovendo con le loro navi alla ricerca dei metalli oltre il Mar Egeo, si trovarono di fronte a quelle che loro chiamarono le “Colonne d'Ercole” poste tra la Sicilia Nord Occidentale e l'odierna Tunisi... Oltre, l'ignoto, e lì, nel bel mezzo la Sardegna – ATLANTIDE.
Considerando le dimensioni che Platone attribuisce ad Atlantide, le stesse le rivediamo nella Sardegna di allora, essa era molto più grande rispetto ad oggi e l'attuale conformazione odierna è frutto di attività sismiche e telluriche oltre all'innalzamento del livello delle acque conseguente ad un maremoto che aveva investito la Sardegna circa 5000 anni fa, mentre altri terremoti si sono succeduti sino ad un assestamento definitivo dell'isola.
Nessuno poteva supporre che, la, nel grande mare che si estendeva oltre le Colonne d'Ercole, lì dove l'ignoto alimentava il terrore che impediva ai naviganti “Egei” di oltrepassare Le Colonne, esistesse una terra così estesa e rigogliosa quasi da sembrare un continente; questa era la “patria” di un popolo che già allora era in contatto con le grandi civiltà che si estendevano dal meridione all'occidente, sino all'estremo settentrione europeo, essi erano gli SHRD =*SHARDANA, tra l'altro menzionati proprio dagli Egizi, ed immortalati sul basamento dell'obelisco fatto erigere dal Faraone per commemorare la disfatta degli Ittiti ad opera dei “mercenari (?)” Shardana che insieme agli Egiziani, cacciarono, decimandoli, questo popolo invasore.
Gli SHRD, popolo di indomiti guerrieri, erano chiamati anche il “popolo del mare”, abili navigatori che estendevano i loro confini commerciali dall'Egitto alla Libia, Algeria, Marocco, Spagna e Francia e Irlanda, e presso tutte le terre sull'estremo Mar Baltico, Norvegia, Svezia, Danimarca, Finlandia, approdando finanche in Inghilterra e Germania, da dove si spinsero via terra, alla conquista pacifica (non sempre) delle terre nordiche, dalle quali calarono gradualmente sino in Grecia, poi, al Mar Nero ed al Caspio, da che, scesero sino in Iran penetrando in area Mesopotamica e in Turchia, continuarono il loro percorso di conquista commerciale sino alle coste del Libano, rientrando poi in Egitto, ed infine alla loro Sardegna, “LA NUOVA ATLANTIDE”.
Tutti questi popoli, queste genti, già le conoscevano ma non sapevano assolutamente nulla delle loro origini... erano il popolo del mare, gli SHRD; essi comparivano e sparivano quasi senza lasciare tracce, ed era possibile trovarli da nord a sud e contemporaneamente ad est e ad ovest, come se avessero il dono dell'ubiquità. Essi erano da per tutto, ma: Come mai non avevano ancora varcato le Colonne d'Ercole? Come mai non avevano ancora “visitato” le terre sull'Egeo?
Ecco la semplice risposta:
Come abbiamo visto nel capitolo precedente, in esso, la ragione è ovvia, gli SHRD percorrevano a ritroso la rotta che li aveva portati nel Grande Mare Interno come avevano già fatto dalla prima volta che scoprirono questa meravigliosa Isola, seguivano dunque, un itinerario costiero che li avrebbe portati lì, dove i fratelli, conterranei ATANTIDEI, avevano già posto radice; terre queste dove apportare nuovi materiali e manufatti, insomma tutto ciò che potesse essere una “novità”, ad esempio: l' Ossidiana (l'oro nero), Rame, Stagno e Bronzo, Piombo e Argento, oltre alle preziose stoffe tinte di porpora.
L'Argento e l'Ossidiana erano tenuti in particolare considerazione dagli Egizi, e l'Argento era usato dai Sacerdoti dei Templi per lo splendore simile alla Luna, da porre in contrapposizione all'oro cui disponevano in grande quantità, di ossidiana erano fatti gli occhi degli Dei; era chiaro quindi, che tutto ciò che era “nuovo”era possibile esportarlo ovunque, la, dove tali materiali preziosi non fossero conosciuti.
Durante i loro viaggi commerciali rincontravano di volta in volta i “loro fratelli”, i conterranei di Atlantide, quella stessa prima dell'immane catastrofe, ritrovarsi facilitava i rapporti di scambio e permetteva di raccogliere informazioni sui popoli confinanti nell'ipotesi di ulteriori scambi.
Con questi fratelli intrattenevano ottimi rapporti, considerando i ritrovamenti di manufatti Sardi un po' ovunque si recassero, tuttavia da scaltri mercanti non ebbero mai a raccontare della loro provenienza ed ubicazione, nel certo timore di possibili invasioni di genti che bramavano i raffinati prodotti ed i materiali da loro esportati.
SHRD : GRANDI COSTRUTTORI E MARINAI
Intanto li abbiamo già visti peregrinare per tutto il mondo allora conosciuto dove incontravano continuamente genti provenienti da Atlantide, stabilitisi secoli addietro in quelle regioni già citate.
Gli Atlantidi, in origine, già detentori di un elevato grado di cultura, dettero origine a grandiose civiltà come quella Assiro-Babilonese aiutando gli autoctoni in un processo straordinario nell'evoluzione; la loro maestria per esempio, quali costruttori, è tuttora visibile nei Nuraghi in Sardegna in Corsica ed in Sicilia nelle isole Lipari, queste costruzioni uniche nel loro genere le ritroviamo pressoché identiche a Tirinto e a Gerico comparativamente all'arte architettonica nuragica così come nelle Tolos, esempi emblematici di un arte costruttiva che ha sfidato sismi, terremoti e l'inesorabile trascorrere dei millenni lasciandoli pressoché inalterati.
Degli oltre 11000 Nuraghi disseminati in Sardegna, dei quali si conservano le tracce delle fondamenta, non va dimenticato, a scanso di equivoci, che questi sono stati smontati (nella maggior parte dei casi) quando venne promulgata la legge sulle chiudende, e le pietre vennero utilizzate per racchiudere le proprietà private.
Un altra parte dei nuraghi erano stati abbattuti dai Romani nel tentativo di “stanare” coloro che vi si erano rifugiati durante l'occupazione nel 236/231 a.C.
Non va dimenticato inoltre, che centinaia di nuraghi, oltre ai7000 evidenti, sono ancora da scavare e da questi siti emergeranno altre mirabili regie oltre a quella di Barumini ed Orroli.
L'alta competenza costruttiva degli SHRD, che li vede mirabili ingegneri in grado di calcolare la staticità di queste possenti costruzioni, è attestata dall'Architetto Francesco Giarrizzu, Accademico de Lincei che, testualmente dice:
< Propriamente dicasi Nuraghe, tale costruzione architettonica che rispetti dei parametri essenziali in rapporto alla costruzione stessa, dove la base è di precise dimensioni rispetto all'altezza che si vuole erigere. (Accademia dei Lincei – 1919/1923) >
Vedasi inoltre, del dott. Ercole Contu, -”NUR – Architettura dei Nuraghi” Ed-Cariplo.
Questa parte introduttiva, estremamente necessaria allo sviluppo del presente saggio, ricalcando per capitoli specifici le argomentazioni in prologo, ci aiuteranno a meglio comprendere quanto segue sull'affascinante storia di Atlantide e del suo popolo di naviganti e guerrieri.
Dalle origini, raccontate da Platone, seguiremo le vicende che hanno interessato questo popolo, del quale, gradualmente, riaffiorano le antiche radici. seguendone le tracce li troveremo sia in Medio Oriente che nelle Americhe, sfatando così, il mito Europeo Centrico, che vuole Atlantide dislocata in luoghi diversi volta per volta.
**L'opera di Platone e' un insieme di dialoghi costruiti su persone del suo tempo, personaggi di
estrazione sociale varia, con i quali il pensatore greco cerca idealmente di visualizzare il suo
stato perfetto, abitato e vissuto dai suoi cittadini perfetti. Dopo aver passato in rassegna Dei e
idee, leggi, usi e costumi, ricordi e leggende, tradizioni e miti, al filosofo greco si presentano
ancora varie necessita' prima di completare l'idea letteraria. In particolare i personaggi del
"Timeo" e del "Critia", i dialoghi che ci interessano, si accingono a idealizzare e creare
verbalmente uomini e donne che vivano e, se necessario, difendano in guerra lo stato
platonico costruito nelle opere precedenti. Ma questi due testi nascondono in se' un segreto
impossibile, il ricordo di un'isola, di un tempo e di una civiltà' oltre ogni aspettativa.
Rimandando al testo originale per una completa lettura noi riportiamo gli scritti in questione
nella poche frasi che riguardano la struttura dell'isola di Atlantide, ponendo la nostra
maggiore attenzione alle sue sole caratteristiche geografiche di dimensione e posizione.
Cosi' Platone racconta nel Timeo che l'antico regno di Atlantide:
“...volendo invadere queste terre muovendo da fuori dell'Oceano Atlantico. Questo mare era
allora navigabile, ed aveva un'isola davanti a quella bocca, che si chiama come voi dite,
Colonne d'Ercole. L'isola era più grande della Libia e dell'Asia riunite e i naviganti di allora
potevano passare da quella alle altre isole e dalle isole a tutto il continente opposto, che
costeggiava quel vero mare. Perché' tutto questo mare, che sta di qua' della bocca che ho
detto, sembra un porto con l'ingresso stretto, ma l'altro potresti giustamente chiamarlo un
vero mare, e la terra, che per intero l'abbraccia, un vero continente....”
E nel Critia Platone aggiunge appena :
“... dell'isola di Atlantide che, come dicemmo, un tempo era maggiore della Libia e dell'Asia,
mentre ora, sommersa dai terremoti, e' fango impraticabile ...”,
e ancora si segnala fino a dove giungeva l'influenza del regno atlantico:
“... imperando sulle genti di qua, come anche prima fu detto, fino all'Egitto e alla Tirrenia ...”**
(vedi rif. Andrea Mangolini)
La ritroviamo nell'Egeo a SANTORINI o in SICILIA, altri la pongono al largo della Cornovaglia... ma, sempre solo ed esclusivamente nel Mondo Orientale Europeo, rispetto alle Americhe.
Nell'America Centrale (Golfo del Mexico) ed in quella del Sud, dalle vestigia degli Aztechi, Maya e Incas, leggeremo le leggende che ci riportano ad Atlantide, ma le stesse le ritroviamo nei racconti delle popolazioni sulla Cordigliera delle Ande, (vedi) Machu-Picchu, Nazca, etc.
Altre testimonianze sbalorditive ed altrettanto straordinarie, ci portano indietro alle grotte di Burrows, dove sono state rinvenute testimonianze scioccanti a conferma della presenza in terra Americana dei Cananei = Fenici = SHRD = SHARDANA.
Visiteremo le Grotte di Lascaux (Francia), di Altamira, in Spagna, dove, su petroglifi e dipinti sulle pareti troviamo rappresentati esseri non propriamente terrestri; mille altre intriganti ed affascinanti storie le vivremo in Egitto in Mesopotamia ed in Anatolia (Turchia), oltre che nel mondo Egeo e Mediterraneo- Tirrenico (Celtico Etrusco), ed in SARDEGNA.
A questo punto non mi rimane che augurare a tutti gli appassionati lettori,...
Buon viaggio con gli SHRD!
P
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